KalaMitica intervista Antonio Sgaravatti, co-autore della mostra fotografica “Oltre il tempo”, presso la Casa Degli Artisti “Giacomo Vittone” a Canale di Tenno



KalaMitica: Come mai hai organizzato una mostra fotografica a Canale di Tenno?

Antonio Sgaravatti: Ciao piccolina, sai che se non ci fosse stata la “Casa Degli Artisti” nel bellissimo borgo di Canale di Tenno forse non saresti neppure nata?


K. Ma cosa stai dicendo?


A.S. Ti racconto con calma, perché è proprio una bella storia.

Tutto ebbe inizio negli anni ’70: il borgo era fatiscente e dismesso, le case crollavano a causa dell’incuria e del tempo.

Il paese era abbandonato perché molti dei suoi abitanti si erano trasferiti per migrare all’estero o nella vicina Riva del Garda.





Ma per fortuna arrivarono alcuni artisti che, vedendo il potenziale e la bellezza di questo borgo medievale, decisero di farlo rinascere.

Così, restaurarono un primo rudere e lo chiamarono “La Casa Degli Artisti”.

Durante i loro soggiorni di studio e lavoro, questi quotati artisti donavano le proprie opere alla struttura, così che potessero essere vendute per sostenere le spese.





Ricordo che ci si ritrovava tutti a mangiare e a discutere davanti al caminetto della grande cucina, mentre al piano superiore c’erano gli studi in cui si lavorava e si dipingeva.

Era una sorta di comunità artistica molto stimolante, in cui scambiarsi idee, tecniche di pittura e scultura, culture e opinioni molto diverse tra loro.

Tutti questi personaggi, se pur diversissimi, eclettici e stravaganti, erano accomunati dall’amore per la bellezza del paese e del paesaggio circostante, con il suo meraviglioso laghetto. Li univa un sogno comune, quello di far rinascere il paese per farlo diventare un vero e proprio villaggio di artisti.

Ero molto giovane, facevo il liceo, quando il mio papà decise di acquistare e restaurare un rudere in questo borgo ancora abbandonato.

Non era una proprio una reggia, aveva le mura medievali e da tempo era completamente abbandonata, senza tetto e pericolante.





Pensa alla faccia della mamma quando vide l’interno della casa: tutto era sporco e abbandonato, gli interni erano attraenti come lo può essere una viscida limaccia…insomma, non era proprio d’accordo!

Ma i sogni sono sogni, e alla fine prevalse l’amore per il papà.

Comprarono il rudere e iniziarono a sistemarlo.


K: È una bella storia, ma cosa c’entro io?


A.S. Un attimo! Quanta fretta!

Se devo raccontare fammi parlare, so che sei figlia di questi ultimi anni in cui la fretta prevale su tutto, io sono antico, ho i miei tempi.

Allora, quando cominciarono i lavori, tutti i weekend si partiva con l’auto per seguire il restauro. Una volta rifatto il tetto e solidificate le mura barcollanti, cominciarono i lavori in cui anch’io e alcuni miei cari amici fummo coinvolti.

Si intende, eravamo pura manovalanza, non certo dei “bricoleur” provetti, ma imparammo molto lavorando a fianco di veri e propri artisti.

In quel paese, e in quel periodo, si erano riprodotte le caratteristiche delle botteghe rinascimentali, in cui gli apprendisti imparavano dai maestri.

Stare a stretto contatto con falegnami, muratori, fabbri, pittori e scultori mi ha insegnato a vedere le forme attraverso la materia.

Loro facevano e io indirettamente imparavo a comprendere che un pezzo di legno può diventare gradino, un pezzo di ferro la struttura di una scala, un pezzo di creta può trasformarsi in scultura, prendere vita e trasferire emozioni.

Per questo sono convinto che sia anche merito di questa esperienza se tu sei nata!


K: Quindi mi stai dicendo che anch’io, in qualche modo, sono un’opera d’arte?


A.S. Sì cara, ma non montarti la testa! Tu rimani pur sempre un pezzo di plastica con magnete…sei bella e molto attraente, ma avresti dovuto vedere cosa loro riuscivano a fare!





K: Adesso sono veramente curiosa. Raccontami della mostra!


A.S. Hai ragione, veniamo al punto.

In quel periodo avevo la passione per la fotografia e, assieme al mio compagno di classe Luca Guzzonato, iniziai a girare per il paese raccogliendo immagini e racconti degli anziani abitanti.

Con le fotografie e gli scritti di allora, organizzammo una mostra alla Casa Degli Artisti...pensa, sono passati 43 anni!

L’anno scorso, però, ho visitato una mostra in ricordo degli artisti coinvolti nella rinascita del paese. Parlando con la curatrice, Roberta Bonazza, ho raccontato di questa raccolta di foto scattate da me e Luca. Roberta ha fin da subito dimostrato un inaspettato entusiasmo, chiedendoci di riproporre la mostra ed un catalogo che ricordino quegli anni.

Ed eccoci qua! La Casa Degli Artisti è pronta ad ospitare questa nuova mostra, e l’inaugurazione sarà domenica 12 settembre, alle 11.00.




A proposito, ti porterò a vedere il borgo, che oggi è considerato tra i più belli d’Italia.

Ora hai capito?

Ci sei un po’ anche tu in questa bellissima storia.




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